E’ responsabilità medica se, il medico del pronto soccorso non effettua sul paziente esami che avrebbero potuto portare ad un concreto intervento salvavita.
Nel caso di specie Caio si recava presso il pronto soccorso accusando dolori alle braccia e vomito. Il medico del pronto soccorso, ritenendo i dolori causati da cause esterne, quali il sollevamento di pesi poche ore prima e l’indigestione di un panino, oltre all’assenza di precedenti patologie cardiache, le buone condizioni di salute e la giovane età, lo teneva in osservazione dopo avergli somministrato degli antidolorifici senza effettuargli un ECG e nella somministrazione di medicinali. Il paziente decedeva a causa di un infarto.
La Corte di Cassazione con la Sent. Sez. 3 Num. 1665 Anno 2023 conferma la responsabilità del medico di pronto soccorso condannato per il reato di omicidio colposo ex art 589 c.p. in quanto ha omesso di effettuare esami (ECG) che avrebbero portato, sulla base dei sintomi già esistenti, alla diagnosi di infarto acuto in corso con successivo trasferimento d’urgenza del paziente nel reparto di cardiologia coronarica in cui sarebbe stato defibrillato e con elevato grado di probabilità logica sarebbe stato salvato.
La Corte, infatti, precisa come ci fossero tutte le condizioni che suggerivano, o meglio imponevano, al medico di turno di effettuare ulteriori esami al fine di pervenire ad una diagnosi differenziale o comunque di considerare l’ipotesi, tutt’altro che remota, che i sintomi fossero di una cardiopatia ischemica acuta e quindi proseguire in tale direzione con esami diagnostici quali l’ECG e il dosaggio della troponina.
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