Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi studi dimostrativi di un aumento del rischio cardiovascolare nei lavoratori sottoposti a turnazioni che prevedono alternanza tra attività diurna e notturna.
Della letteratura in materia, si riportano di seguito alcune fonti:
– Shift work and vascular events: systematic review and meta-analysis, British Medical Journal, 2012.
Meta-analisi su 34 studi che hanno riguardato 2011935 persone; il lavoro che prevede turnazioni è associato con un incremento del rischio di infarto al miocardio del 23% (risk ratio 1,23 intervallo di confidenza 95% 1,15 – 1,31), del 5% per ictus ischemico (risk ratio 1,05) e del 24% per eventi coronarici (risk ratio 1,24). Qualora i turni prevedano anche le notti il rischio di eventi coronarici aumenta del 41% (risk ratio 1,13 – 1,76).
In questa ampia meta-analisi si segnala inoltre che la presenza o l’assenza di fumo così come lo status socioeconomico non sono stati fonti di eterogeneità statistica.
– Total and cause-specific mortality of U.S. nurses working rotating night shifts, Am J Prev Med, 2015 March; 48 (3): 241-252.
Studio su 74862 donne dal 1988 al 2010 che svolgono turnazione con almeno tre notti/mese; vi è modesto ma statisticamente significativo incremento della mortalità per malattie cardiovascolari (95% CI- 1,09; 1,38).
– Shift work and risk factors for cardiovascular disease: a study at age 45 years in the 1958 British birth cohort, Eur J Epidemiol, 2010, 25(%): 305-14.
Viene messo in evidenza un aumento del rischio di malattie coronariche pari a 0,1 – 0,2 deviazioni standard.
– A prospective cohort study of shift work and risk of ischemic heart disease in Japanese male workers, Am j Epidemiol, 2006; 164 (2): 128-135.
Follow up su 233869 persone tra i 40 ed i 79 anni con comparazione tra lavoratori solo diurni e lavoratori sottoposti a turnazione anche notturna con evidenza di incremento dei casi di cardiopatia ischemica per i secondi (rischio relativo 2,32 con intervallo di confidenza 95%). Tale incremento è ancor più significativo nei soggetti che presentano di per sé fattori di rischio quali ipertensione arteriosa, sovrappeso, consumo di alcol, abitudine al fumo.
– Shift work, risk factors and cardiovascular disease, Scand J Work Environ Helth 1999; 25 (2): 85-89.
Revisione di numerosi studi riguardanti la morbidità e la mortalità per malattie cardiovascolari nei lavoratori sottoposti a turnazione che prevede anche lavoro notturno. Da tale revisione meta-analitica emerge un incrementato rischio cardiovascolare dovuto ad etiologia multifattoriale dovuta ad alterazione del ritmo circadiano con conseguenti cambiamenti sul piano biochimico (riguardanti in particolare il metabolismo di trigliceridi e colesterolo, risultati incrementati nei lavoratori notturni).
– Shiftwork and mortality from ischaemic heart disease, Occupational and environmental Medicine, 1996; 53: 367-373.
Si riporta per completezza espositiva questo studio in cui si segnala che il lavoro a turni non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (risk ratio 0,90 con intervallo di confidenza al 90%). Il campione esaminato ha riguardato due gruppi: lavoratori a orario fisso e lavoratori a turni senza menzione di turnazione notturna.
– Nocturnal eating and serum cholesterol of three-shift workers, Scand J Work Environ Health, 1994; 20 (6): 401-406.
Studio su lavoratori sottoposti a turnazione mattutina, pomeridiana e notturna con evidenza di alterazioni nel metabolismo lipidico.
Si attendono quindi ulteriori studi per poter approfondire e chiarire una tematica di così rilevante interesse sul piano medico legale.