danno morale

Il danno morale è quel danno che il soggetto patisce interiormente come conseguenza di un fatto, attiene alla sfera esclusivamente personale del danneggiato, alla sua sensibilità emotiva e costituisce danno non patrimoniale autonomo.

1. Cos’è il danno morale

Il Codice Civile descrive il danno morale come quella sofferenza patita dal soggetto in seguito ad un evento o un comportamento che procura il danno (art. 2059 c.c.). Un esempio di danno morale è il patema d’animo, la sofferenza interiore e il turbamento psichico che una persona può subire a seguito di lesioni fisiche o psicologiche.

Questo rientra in quella categoria di danno non patrimoniale che comprende anche il danno biologico e il danno esistenziale.

Con la sentenza 16197/2015, la Cassazione ha stabilito l’esistenza autonoma del danno morale, non collegata a quello biologico. In particolare, il danno morale e il danno biologico vanno liquidati autonomamente.

2. Risarcimento e onere della prova del danno morale

Il risarcimento del danno morale è lo strumento attraverso il quale una persona, danneggiata, riceve una somma di denaro come forma di compensazione per la propria sofferenza interiore soggettiva, causata da un evento di cui non è responsabile, a risarcire il danno dovrà essere quel soggetto riconosciuto colpevole del fatto illecito.

Proprio per la sua natura soggettiva il danno morale è difficilmente quantificabile in termini economici, spetterà, infatti, al giudice stabilire l’entità del risarcimento dello stesso.

Nella sua valutazione, il giudice deve tener conto delle sofferenze che il soggetto ha patito, della gravità dell’illecito e di tutti gli altri elementi che compongono la fattispecie.

La Cassazione ha anche stabilito che, per qualsiasi tipo di danno non patrimoniale, l’onere della prova spetta alla vittima, che avrà il compito di dimostrare l’esistenza del fatto o comportamento illecito. Al fine di poter riconoscere l’esistenza di un danno morale è necessario, quindi, che le prove presentate dal soggetto siano in grado di determinare l’effettiva presenza di una sofferenza causata dalle lesioni subite.  Quindi occorre dimostrare il nesso causale tra comportamento lesivo e sofferenza patita.

Però la Corte di Cassazione, sezione III civile, con la sentenza 28 settembre – 10 novembre 2020, n. 25164 ha ritenuto che, trattandosi il danno morale di un danno immateriale, assume un rilievo determinante il ricorso alla prova presuntiva. Ciò vuol dire che il giudice può riconoscere come esistente un certo pregiudizio in tutti i casi in cui si verifichi una determinata lesione, in base alle massime di esperienza. Queste ultime si traducono in una regola di giudizio basata su leggi naturali, statistiche, di scienza o di esperienza, comunemente accettate in un determinato contesto storico. Quindi è possibile ricorrere al ragionamento probatorio fondato sulle massime di esperienza per provare il danno morale.

3. Il danno morale e il danno biologico

È importante sottolineare che quando un danno morale è collegato ad un danno fisico si è in presenza di un danno biologico, per esempio la limitazione fisica che si può subire a seguito di un incidente stradale. Nonostante ciò, il danno morale, rimane una voce di danno autonoma «meritevole di un compenso ulteriore, al di là della personalizzazione prevista per gli aspetti dinamico relazionali compromessi» (Cass. 910/2018; Cass. 7513/2018; Cass. 28989/2019).  In tal senso depone anche il dettato normativo, ossia l’art. 138 c. 2 lettere a) ed e) Codice delle assicurazioni private.

L’autonomia del danno morale rispetto al danno biologico emerge anche dalla circostanza che:

  • non è suscettibile di accertamento medico legale,
  • è uno stato di sofferenza che prescinde dalle vicende dinamico-relazionali.

Nel caso in cui sia ravvisabile il danno morale insieme al danno biologico, è necessario liquidarlo applicando integralmente le tabelle di Milano, che prevedono entrambe le voci di danno con l’indicazione di un valore monetario complessivo (dato dalla somma di ambedue le voci di danno biologico e morale).

Autore: Dott.ssa Martina Rapone

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