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La medicina legale può essere considerata punto di incontro fra le discipline della Medicina e del Diritto. 

Si tratta di una materia che ha radici antichissime. Basti pensare al famosissimo Codice di Hammurabi, opera della civiltà babilonese e datato intorno al 1750 a.C., considerata fra le più antiche raccolte di leggi scritte della storia dell’uomo. E già all’epoca i babilonesi prevedevano, con questa frase tratta dal Codice, una specie di risarcimento del danno per malasanità, se vogliamo azzardarci a chiamarlo così: “Se un medico ha eseguito un difficile intervento col coltello di bronzo e ha provocato la morte del soggetto gli si tagli la mano”.

I Romani hanno ovviamente apportato all’argomento notevoli contributi, come notevole era l’interesse per il diritto presso di loro. Il primo ad occuparsi di medicina forense fu proprio, all’epoca dell’Antica Roma, il medico di origine greca Galeno che ha scritto il primo libro di medicina legale, anche se il suo scritto si occupava di un argomento piuttosto specifico. Si tratta del De quomodo morborum simulantes sint deprehendendi. Il libro parla, come dice il titolo, delle simulazioni delle malattie da parte degli schiavi per essere dispensati dal lavoro. “Il medico è in grado scoprire il vero in tutti i casi simili” scriveva appunto Galeno.

Arrivando con un gran balzo all’epoca moderna, in Italia fra la fine dell’800’ e l’inizio del 900’, sono considerati invece i padri della medicina legale Cesare Lombroso, principalmente in ambito criminale, oppure figure come Lorenzo Borri che, con opere come Le lesioni traumatiche di fronte al codice penale e civile e rispetto agli infortuni del lavoro (1912), può legittimamente considerarsi il “patriarca” italiano di questa disciplina applicata, come spesso accade anche oggi, alle assicurazioni e all’infortunistica. Nei suoi scritti Borri applicò la medicina legale a tutte quelle questioni giuridiche che richiedessero il giudizio del medico: la concezione moderna della medicina legale.

 Il 900’ inoltre, con l’invenzione dell’automobile e la sua diffusione sempre più capillare lungo tutto il secolo, ha portato allo sviluppo della medicina legale assicurativa, una branca della medicina legale finalizzata a valutare i danni alle persone riportati a seguito di incidenti stradali.

Conoscere e applicare le conoscenze mediche al diritto. Anche nel 21esimo secolo può essere considerato questo il vulnus della disciplina medico legale. E i campi di applicazione sono vasti. Basti pensare alla responsabilità civile, agli infortuni sul lavoro, agli accertamenti dei casi di morte. Una materia che oggi può dirsi ben piantata su due staffe, quella di interesse pubblico (pensiamo alla medicina forense che si occupa di fornire al giudice perizie e consulenze sia in ambito civile che penale, oppure agli incarichi di ispezione  forniti ai medici legali da enti pubblici come INAIL e INPS) e quella che si sviluppa nel settore privato fra assicurazioni e servizi ai legali, e in questo caso pensiamo alle perizie medico legali che vanno a formare le Consulenze Tecniche di Parte o CTP.

In tutto questo c’è il ruolo del professionista della medicina legale, il medico specializzato nella materia: ovvero il medico legale. Una figura che fonda la sua professione su una serie di attività quali le perizie giudiziarie, i pareri medico legali, le CTU e le CTP,  le visite medico legali con relazione scritta (qui mettiamo link ad altro articolo sulla materia specifica), le visite ispettive e visite di controllo.